Viola 42 ispirata a Gasparo da Salò

Eccomi con un’altro articolo su una viola Gasparò da Salò, uno degli autori a cui mi ispiro maggiormente. Le sue viole infatti rispecchiano appieno il mio ideale acustico. Le effe grandi, le ampie bombature e la forma conferiscono a questi strumenti un suono aperto e potente, molto scuro e ricco.

Inoltre la lavorazione molto antichizzata di questi strumenti, che a tratti può sembrare rozza, libera gli strumenti ad arco dalla loro delicatezza. Ci si sente più a proprio agio suonando uno strumento apparentemente già vissuto e un’eventuale graffio non rappresenterà un dramma come su uno strumento scintillante, uno di quelli più simili ad un automobile che ad un opera artigianale.

La misura di questo strumento è di 42 cm. Ho scelto di stringere leggermente la parte superiore del corpo rispetto ai modelli precedenti, questo mi ha portato anche a scegliere delle effe differenti, più sinuose, ma sempre nello stile bresciano.

La testa è nel tipico stile di Gasparo, molto possente e ricca di segni di lavorazione.

Il legno della tavola è un abete molto leggero, proveniente dalla zona di Paneveggio/Caoria, pensate che il peso della tavola senza catena era di circa 70 grammi.

Per l’acero invece ho scelto un acero di taglio tangenziale, ho cercato per quanto possibile di centrare la venatura su entrambi gli assi, è un legno che mi ha subito colpito per la il carattere poco marezzato ma comunque complesso.

I filetti di questa viola sono in ebano e bosso, come nello stile bresciano. Gasparo eseguiva la filettatura con tre striscie di legno separate e le incollava una volta inserite nel canale, per questo è frequente vedere uscire parti del filetto dalla tavola negli strumenti originali. Una caratteristica molto peculiare che ho imitato in questa viola.

Ecco la voce di questo strumento. La prima è una composizione di Hummel e la seconda un estratto da un duetto per e violino viola di Bartolomeo Bruni.

Grazie a Luciano Olzer per le fotografie!

Viola 42 ispirata a Guadagnini

Per la mia ultima viola ho scelto un modello nuovo, che non avevo mai costruito. Avevo voglia di sperimentare un modello un po più stretto e delicato nelle linee, da qui mi è subito balzata in testa l’idea di un modello Guadagnini, la “conte Cozio” è stata il mio punto di riferimento, uno strumento che mi ha sempre affascinato.

Nel 1773, tramite l’intermediario Giovanni Michele Anselmi, Guadagnini firmò un contratto con il conte Cozio, che allora aveva solo 18 anni. Stabiliva che il produttore avrebbe consegnato un numero considerevole di strumenti in cambio di un reddito regolare. Qualche tempo dopo, il conte spinse gradualmente l’artefice verso uno stile di lavoro più cremonese; ma a breve termine ha dato a Guadagnini la possibilità di sperimentare la sua realizzazione. Ne naque una fantastica viola che fu la preferita dal conte. Poco più che 40 cm, molto stretta e rotonda nella parte superiore

Nel mio caso ho deciso di farla un po più grande, 42 cm per l’esatezza, ed ho deciso, come spesso faccio, di utilizzare un fondo intero a taglio tangenziale. L’abete che ho utilizzato è molto leggero, presenta una distorsione nella parte centrale come avviene nell’originale Guadagnini ed è stato tagliato in Val di Fassa.

La testa è molto elegante e ben scolpita, molto piena nella linea sotto la gola come nello stile del liutaio.

Le fasce e la testa dello strumento sono di taglio tangenziale. I filetti sono in pero, molto grossi.

Durante la costruzione ho dovuto calibrare molto bene la posizione ed il disegno delle effe perchè nell’originale sono posizionate molto in alto, volevo quindi mantenere quell’effetto ma ho dovuto raggiungere un compromesso col fatto che la mia viola era più grande. Un vero gioco di equilibri.

Le bombature sono ben proporzionate ed eleganti.

Per la montatura ho deciso di costruire ogni componente in pero, molto leggero e chiaro di colore.

Ecco una fase della verniciatura, che come sempre ho eseguito ad olio.

Luciano Olzer, mio zio, mi ha aiutato ha fotografare lo strumento e ci siamo divertiti a fare un filmato. L’audio che sentite è quello dello strumento ed è un’estratto da un quartetto di Borodin.

Ecco altri due file audio dove potete apprezzare il suono di questa viola. Sono molto soddisfatto del risultato acustico. I suoi punti forti sono una facilità spiccata nel suonarla unità ad un grande equilibrio timbrico e d’emissione tra le corde, anche il timbro è profondo e caldo.

Questa avventura mi ha dato molta soddisfazione credo proprio che terrò in considerazione alcune peculiarità di questo strumento per le mie viole in futuro.

Viola 42 Gasparo da Salò 2023

Dopo aver sperimentato vari modelli di viola 42 mi è stato chiesto di costruire un’altra viola su modello Gasparo da Salò.

L’acero che ho scelto è di taglio semitangenziale ed è particolare perchè presenta sia una marezzatura a bolle che una striscia centrale dal disegno più comune.

La complessità delle venature di questa pianta mi hanno aiutato ad ottenere un suono corposo.

L’abete proviene dalla mia valle, la Valle dei Mocheni, l’ho tagliato con le guardie forestali sul passo del Redebus a 1455m, ed è stato spaccato anziché segato, per rispettarne il carattere, il suono che c’era già nel tronco.

L’oscillazione centrale delle venature sembrava perfetta per accogliere i fianchi della cassa.

La testa mostra lo stile bresciano

I filetti sono in ebano e bosso.

Il suono è potente e penetrante.

Qualche momento della costruzione.

La venatura del manico è molto sottile e corre dritta verso la testa.

La vernicie è a base d’olio e resina di larice, negli anni ho cercato di migliorarne il colore e soprattutto elasticità e resistenza.

Le foto in studio sono di Luciano Olzer.

Viola 42 Gasparo da Salò

La mia ultima viola ha un aspetto aggressivo, si tratta di uno strumento ispirato alla liuteria di Gasparo da Salò.

L’aspetto generale evoca un’approccio istintivo alla liuteria.

L’acero che ho scelto è di taglio tangenziale, è molto particolare esteticamente.

La testa è possente e massiccia.

Sulle fasce i segni di pialla dentata.

I filetti sono in ebano e bosso.

L’abete è molto forte nella struttura, presenta la crescita invernale particolarmente rossa e resistente.

Il suono è potente e ricco di armonici.

Violino modello Girolamo Amati 1609

Ho costruito questo strumento dopo aver avuto la fortuna di partecipare ad un progetto al museo del violino di Cremona, dove i liutai iscritti potevano visionare in prima persona alcuni strumenti provenienti dalla “Witten-Rawlins Collection”.

Fin da subito mi ha colpito un violino piccolo di Girolamo Amati, misura 7/8, ecco il link alla pagina del museo:

http://collections.nmmusd.org/Violins/Amati3364/HAmatiViolin.html

Ecco la mia interpretazioni di questo capolavoro:

La testa è armoniosa ed elegante, con un occhio piccolo ma sicuro.

L’acero che ho scelto è di taglio semitangenziale, presenta una marezzatura abbastanza larga e affascinante.

Il manico è stato innestato.

Tutto lo strumento è stato antichizzato

Prima dell’innesto ho verniciato parzialmente il riccio in modo da rendere l’operazione più filologica, esattamente come sarebbe avvenuto in un restauro reale.

Il suono è penetrante e ricco di armonici, molto facile da suonare.

Viola 42 alla Peregrino Michelli di Zanetto

Questa viola è nata prendendo a riferimento una famiglia di liutai molto antichi. Si tratta della famiglia di Zanetto de Michelli. Esistono pochissimi strumenti attribuibili a Peregrino Michelli di Zanetto, il figlio di Zanetto, anch’egli probabilmente liutaio, e tutti questi strumenti sono delle viole.

La particolarità estetica di questo strumento stà nel riccio a sguscia singola.

La parte laterale del riccio ricorda i lavori di Gasparo da Salò.

Il manico è stato innestato.

Tutto lo strumento è stato antichizzato.

Il filetto è in ebano e bosso, e crea linee molto irregolari, è stato eseguito con le striscie non incollate.

Ho spessorato il fondo tenendo una zona con più legno esattamente dove cade l’anima, per poi decrescere gradualmente verso l’esterno.

Ecco la fase di piallatura delle fasce, un’operazione molto delicata.

Le striscioline di acero che escono dalla pialla sembrano i capelli di qualche essere fantastico, un essere fantastico biondo.

Mi sono divertito a fare dei piroli in bosso locale per questa viola. Poi non ho voluto tingerli, trovo che siano molto nobili di questo colore.

Le coroncine dei piroli sono in ebano.

Il bottone è anch’esso in bosso, ho avuto premura di rinforzarne l’alloggio nel zocchetto inferiore d’abete con una boccola d’ebano.

Anche la mentoniera richiama il colore del bosso naturale ed è in abete, è molto leggera e rispetta la vibrazione della tavola più di altre mentoniere pesanti.

Il suono è potente e penetrante, se fate attenzione potete sentire anche il crepitio del fuoco: la piccola stufa nel mio laboratorio.

Le fotografie con sfondo bianco sono state scattate da Luciano Olzer, mio zio. Di solito ha un’altro approccio alla fotografia, andate a trovarlo nel suo studio a Pergine Valsugana in via Cesare Battisti 12 , vi stupirà!

Grazie Luciano!

Viola 42 modello personale

Vi presento la mia ultima viola.

Si tratta di un modello che ho disegnato ispirandomi al lavoro di Andrea Guarneri.

Le bombature sono alte e generose, ma con una sguscia pronunciata in prossimità dei bordi.

La testa è possente e massiccia.

Le effe sono eleganti e piazzate non troppo lontane fra loro.

Le punte sono lunghe, così come il baffo del filetto in acero.

La vernice a base di resina di larice è molto brillante e cangiante.

Il suono è potente e ricco di armonici.

Venite a provarla nel mio laboratorio.

Violino modello Stradivari

Questo è un violino ispirato al celebre “Stradivari Viotti” del 1709, che prende il nome dal suo primo proprietario.

La tecnica di costruzione è quella classica cremonese, con la forma interna. La vernice è all’olio a base di resina di larice. I filetti sono in acero. 

Questo strumento mi ha subito colpito per la facilità di emissione, suonarlo è un piacere!

Violino su modello Gasparo da Salò

Sono molto soddisfatto di questo strumento, il fondo è in un pezzo unico di acero, tagliato tangenzialmente, senza nessuna marezzatura. Le fascie inferiori anche sono in un pezzo unico come pure la tavola armonica, un legno molto caratteristico che ho tagliato anni fa in Val dei Mocheni, caratterizzato da una leggera maschiatura.

I filetti sono in ebano e bosso.

Il suono è potente e ricco di armonici, è molto modulabile, questo violino è come una tavolozza di colori per musicisti!