Per la mia ultima viola ho scelto un modello nuovo, che non avevo mai costruito. Avevo voglia di sperimentare un modello un po più stretto e delicato nelle linee, da qui mi è subito balzata in testa l’idea di un modello Guadagnini, la “conte Cozio” è stata il mio punto di riferimento, uno strumento che mi ha sempre affascinato.
Nel 1773, tramite l’intermediario Giovanni Michele Anselmi, Guadagnini firmò un contratto con il conte Cozio, che allora aveva solo 18 anni. Stabiliva che il produttore avrebbe consegnato un numero considerevole di strumenti in cambio di un reddito regolare. Qualche tempo dopo, il conte spinse gradualmente l’artefice verso uno stile di lavoro più cremonese; ma a breve termine ha dato a Guadagnini la possibilità di sperimentare la sua realizzazione. Ne naque una fantastica viola che fu la preferita dal conte. Poco più che 40 cm, molto stretta e rotonda nella parte superiore

Nel mio caso ho deciso di farla un po più grande, 42 cm per l’esatezza, ed ho deciso, come spesso faccio, di utilizzare un fondo intero a taglio tangenziale. L’abete che ho utilizzato è molto leggero, presenta una distorsione nella parte centrale come avviene nell’originale Guadagnini ed è stato tagliato in Val di Fassa.


La testa è molto elegante e ben scolpita, molto piena nella linea sotto la gola come nello stile del liutaio.





Le fasce e la testa dello strumento sono di taglio tangenziale. I filetti sono in pero, molto grossi.
Durante la costruzione ho dovuto calibrare molto bene la posizione ed il disegno delle effe perchè nell’originale sono posizionate molto in alto, volevo quindi mantenere quell’effetto ma ho dovuto raggiungere un compromesso col fatto che la mia viola era più grande. Un vero gioco di equilibri.
Le bombature sono ben proporzionate ed eleganti.
Per la montatura ho deciso di costruire ogni componente in pero, molto leggero e chiaro di colore.

Ecco una fase della verniciatura, che come sempre ho eseguito ad olio.

Luciano Olzer, mio zio, mi ha aiutato ha fotografare lo strumento e ci siamo divertiti a fare un filmato. L’audio che sentite è quello dello strumento ed è un’estratto da un quartetto di Borodin.
Ecco altri due file audio dove potete apprezzare il suono di questa viola. Sono molto soddisfatto del risultato acustico. I suoi punti forti sono una facilità spiccata nel suonarla unità ad un grande equilibrio timbrico e d’emissione tra le corde, anche il timbro è profondo e caldo.
Questa avventura mi ha dato molta soddisfazione credo proprio che terrò in considerazione alcune peculiarità di questo strumento per le mie viole in futuro.